La fibromialgia
La teoria della Sensibilizzazione Centrale
Non si è ancora certi quale sia la genesi esatta di questa malattia: la teoria più accreditata e logica è quella della Sensibilizzazione Centrale.
Secondo questa teoria il dolore origina da uno stimolo potenzialmente dannoso, che proviene dai tessuti periferici (ad esempio cute, ossa e articolazioni), ma il dolore in risposta a questi stimoli, in quanto sensazione, viene elaborato a livello del cervello, come per tutte le altre sensazioni. In chi soffre di Fibromialgia, per una eccessiva amplificazione dello stimolo proveniente dalla periferia, anche stimoli di entità normali, che di solito non corrispondono ad un danno ai tessuti e che quindi non causano dolore, vengono processati erroneamente dal cervello, che attiva una sensazione di dolore.
Le afferenze sensitive che vengono amplificate non sono solo quelle che provengono dalla cute o dalle ossa, ma provengono anche da tutti gli altri distretti corporei (muscolatura, apparato digerente, urinario, nervi ecc) e l’amplificazione dello stimolo che viene da questi distretti rende conto di tutta la costellazione dei sintomi della Fibromialgia.
Sintomi
i principali sintomi sono dolori muscolo-scheletrici che si mantengono per molto tempo; vengono colpiti in particolare il rachide e gli arti superiori e inferiori. Oltre al dolore compaiono spesso altri sintomi caratteristici, come stanchezza generalizzata, cefalea, disturbi del sonno, ansia o depressione, difficoltà di concentrazione e memoria, disturbi intestinali.
Cause scatenanti
spesso la Fibromialgia si sviluppa dopo episodi o periodi in qualche modo traumatici o stressanti, da un punto di vista fisico o emotivo. Ci sono comunque dei fattori di rischio per la comparsa di questa patologia, in particolare la familiarità, infezioni croniche, interventi chirurgici maggiori e alterazioni ormonali (stati di gravidanza o menopausa).
Frequenza
questa patologia colpisce circa il 3% della popolazione italiana, in particolare le donne d’età compresa tra i 20 e i 50 anni.
Come affrontarla?
Di fondamentale importanza è essere seguiti da un team multidisciplinare di professionisti.
Le figure più importanti sono:
1) il medico specialista in reumatologia, necessario per fare diagnosi clinica di Fibromialgia e impostare una corretta terapia farmacologica, per mantenere sotto controllo il dolore del paziente;
2) il fisioterapista esperto di questo tipo di patologia, che imposti con il paziente un programma di riallenamento allo sforzo associato a Terapia Manuale, per ridurre l’attivazione e la sensibilità del sistema nervoso centrale del paziente, rispetto agli stimoli che arrivano dalla periferia;
3) la dietista per impostare una corretta alimentazione e dare consigli rispetto a quei cibi che perpetuano il processo infiammatorio del paziente e che ostacolano il corretto ciclo sonno/veglia.
4) lo psicologo, in supporto agli stati di ansia o depressione dovuti a questa malattia.
Essere affetti da questa problematica non vuol dire essere condannati per sempre a sentire dolori, però ci si deve affidare a dei professionisti, seguire i loro consigli e cambiare alcune abitudini e stili di vita; fatto questo, nel giro di qualche settimana il problema può essere tenuto sotto controllo e non influenzare le attività di vita quotidiana del paziente.
Il ruolo dell’alimentazione
Attraverso il corretto bilanciamento dei macro e micronutrienti, l’alimentazione lavora in sinergia con la terapia medica, fisioterapica e psicologica, per ridurre l’infiammazione e il dolore e migliorare il quadro di disbiosi intestinale che spesso accompagna questa patologia.
Si tratta di un’alimentazione ricca in vegetali, a basso carico glicemico, con preferenza verso cereali in chicco, forte limitazione nell’assunzione degli zuccheri, (soprattutto il fruttosio) e scelta di grassi e proteine di buona qualità.
Un ruolo determinante nel contrastare l’infiammazione è svolto da: omega3, che dovranno essere incrementati rispetto agli omega 6 di cui spesso eccede l’alimentazione, vitamine (D e gruppo B) e minerali (Mg, Se in primis).
Parola chiave è la personalizzazione, per cercare di mantenere con la maggior costanza possibile il regime alimentare.
Testi di Roberta Lutti e Luca Pozzolini